Confidi minore e fideiussione nell’interesse dell’associato: i contratti non bancari

La fideiussione prestata da un cd. “confidi minore” iscritto nell’elenco di cui all’art. 155, comma 4, t.u.b. (ratione temporis applicabile), nell’interesse di un proprio associato a garanzia di un credito derivante da un contratto non bancario, non è nulla per violazione di norma imperativa, non essendo la nullità prevista in modo testuale, né ricavabile indirettamente dalla previsione secondo la quale detti soggetti svolgono ‘esclusivamente’ la ‘attività di garanzia collettiva dei fidi e i servizi a essa connessi o strumentali’ per favorire il finanziamento da parte delle banche e degli altri soggetti operanti nel settore finanziario. Il rilascio di fideiussioni è attività non riservata a soggetti autorizzati (come gli intermediari finanziari ex art. 107 t.u.b.), né preclusa alle società cooperative che operino in coerenza con l’oggetto sociale.

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